Un Sistema Olonico nella elaborazione di nuovi paradigmi organizzativi (parte 1)
Una Organizzazione Olonica è un tipo di “struttura auto-organizzante”, i cui componenti prendono il nome di Oloni.
In natura, esistono Organizzazioni sociali come quelle degli insetti (un esempio sono le colonie di formiche) che sono ampiamente considerati dalla scienza Sistemi auto-organizzanti in funzione dell’ambiente in cui vivono. Il loro comportamento e la loro struttura sono chiaramente dipendenti da fattori esterni: le colonie si adattano all’ambiente dove vivono per massimizzare le proprie chances di sopravvivenza.
Nella Scienza dei Sistemi, George Klir enunciò una definizione appropriata per Sistemi come questi, che fu espressa in termini di ‘obiettivi & performance’
“un sistema auto-organizzante è un sistema che perfeziona le sue prestazioni nel corso del tempo componendo i suoi migliori elementi per realizzare i propri obiettivi”.
Una caratteristica comunemente associata ai sistemi auto-organizzanti è la ‘condizione emergente delle sue capacità’, cioè la capacità di formazione di modelli che emergono dall’interazione fra i componenti del Sistema, in risposta coerente alle sollecitazioni esterne e ad eventuali condizioni avverse. Questi modelli possono arrivare ad essere abbastanza complessi e vantaggiosi per l’intero Sistema anche nei casi in cui ogni Singolo componente giochi un ruolo semplice. Dall’esterno il comportamento dell’intero sistema viene percepito come se fosse top-down, mentre in realtà ha origine in una modalità bottom-up, mediante semplici interazioni.
Le organizzazioni di insetti, come appunto le colonie di formiche, sono prototipi naturali di questo genere di sistemi; ogni singola formica elabora un vero e proprio piano, che l’intera colonia sa adattare ad un ampio range di circostanze ambientali.
Le caratteristiche proprie dei ‘comportamenti emergenti’ sono desiderabili quando devono essere progettati sistemi complessi; il motivo consiste nel fatto che risulta molto più facile progettare e trovare soluzioni per semplici unità creando un sistema di interazione tra queste unità, piuttosto che agire secondo classiche metodologie top-down.
Altre due proprietà desiderabili in questo genere di Sistemi sono la ‘Omeostasi’: la capacità del Sistema di ritornare ad uno stato stabile dopo un disturbo; e la ‘Omeoresi’: la capacità di un Sistema di mettere in atto movimenti di ristrutturazione tali da adeguare la propria Struttura organizzativa ai cambiamenti che incontra durante il suo sviluppo, e più accuratamente descrive gli adattamenti e le interazioni costanti necessarie per il proprio benessere in un ambiente che cambia.
Una Organizzazione Olonica è un tipo di “struttura auto-organizzante” i cui componenti prendono il nome di Oloni.
Un Sistema Olonico viene inteso come “una Entità Globale, organizzata in interrelazioni tra unità operative con l’intento di costituire un Sistema Multi-agente”. Il significato filosofico di Olone fu introdotto da A. Koestler con la sua analisi delle gerarchie e delle forme intermedie stabili in materia non vivente, organismi viventi e organizzazioni sociali. Un Olone è qualcosa che contemporaneamente è un ‘Intero’ ed una ‘Parte’ Un Olone è un agente, un’entità intelligente in grado di interagire con l’ambiente e prendere decisioni per risolvere un problema specifico. In un Olone risiede la notevole proprietà di interpretare sia ‘il ruolo dell’intero che di una parte del Sistema’, allo stesso tempo. Da questa prospettiva, gli Oloni esistono simultaneamente come interi autonomi in relazione alle loro parti sub-ordinate e come parti dipendenti quando vengono considerati dalla direzione inversa. Koestler definisce gli Oloni come unità autosufficienti che possiedono un grado di indipendenza e gestiscono le contingenze senza chiedere istruzioni più alte alle autorità. Cioè hanno un grado di autonomia. Tuttavia sono anche soggetti al controllo di una o più autorità superiori, con lo scopo di assicurare che i singoli Oloni restino forme stabili in grado di resistere ai disturbi, con proprietà di forme intermedie utili a fornire il contesto per la funzionalità corretta per l’Intero più grande. A livello organizzativo ciò riflette che: un Sistema Olonico (una Olarchia) potrebbe dunque, essere inteso come una ‘tecnologia sociale’ capace di facilitare l’aggregazione di Soggetti intelligenti in:
un Insieme autonomo in sovra-ordinamento alle parti;
in parti dipendenti in subordine ai controlli eseguiti dai livelli superiori;
in coordinamento con l’ambiente locale in cui il Sistema esiste.
I singoli esseri umani, le loro società e le loro culture sono Oloni di livello intermedio che si determinano in una Olarchia creata dall’interazione di forze che lavorano sia in modalità top-down che bottom-up.
Nel 2013 l’accademico australiano J.T. Velikovsky propose l’Olone come la struttura del Meme, l’unità di cultura, sintetizzando le principali teorie sui Meme elaborate da Richard Dawkins , Edward Osborne Wilson , Frederick Turner e Arthur Koestler. Definito in questo modo, il concetto di Olone si relaziona al concetto di Autopoiesi, così come elaborato da Stafford Beer nella Cibernetica o da Niklas Luhmann nel modello di sistema sociale nella sua Teoria dei Sistemi sociali .
leggi anche
Un Sistema Olonico nella elaborazione di nuovi paradigmi organizzativi (parte 2) OLOCRAZIA. Un Sistema Olonico nella elaborazione di nuovi paradigmi organizzativi (parte 3)
References
J.T.Velikovsky, ‘WHY SOME THINGS ARE POPULAR, or : The Meme – The Unit of Culture’, 2013
Edward O. Wilson, ‘CONSILIENCE THE UNITY OF KNOWLEDGE’, 1999
James J. Kay and Henry Regie, ‘UNCERTAINTY, COMPLEXITY, AND ECOLOGICAL INTEGRITY: INSIGHTS FROM AN ECOSYSTEM APPROACH’, 1999
William E. Rees,‘TOWARD A SUSTAINABLE WORLD ECONOMY’, Institute for New Economic Thinking Annual Conference, 2011
Marco Calabrese, Vincenzo Piuri, Vincenzo Di Lecce, ‘HOLONIC SYSTEMS AS SOFTWARE PARADIGMS FOR INDUSTRIAL AUTOMATION AND ENVIROMENTAL MONITORING’, 2011
Arthur Koestler, ‘THE GHOST IN THE MACHINE’, 1967
Franz Pichler,‘SEARCHING for ARTHUR KOESTLER’ HOLONS – a systems theoretical perspective’, 1998
Comments