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Vittorio A. Dublino

Synthespian, Celebrità Virtuali, Cloni digitali, Realtà Aumentata: nuove forme di spettacolo

Il 18 Novembre di 4 anni fa ero in partenza per il Brasile, dove sarei  rimasto nella trepida attesa di mettere in scena una nuova forma di intrattenimento. Nei due concerti di San Paolo e Rio de Janeiro, Rebel Alliance Empowering, la Start-up che avevo fondato 4 anni primafa ‘rivivere sul palcoscenico’  la star del rock brasiliano ‘Cazuza’. Che canta per 20 minuti dal vivo accompagnato dai famosi musicisti  della sua ‘vecchia band’ in una performance olografica che emoziona oltre 100.000 fans e milioni di telespettatori.

Il 18 Novembre di 4 anni fa ero in partenza per il Brasile, dove nella città di San Paolo la nostra organizzazione, Rebel Alliance,  sarebbe stata impegnata a mettere in scena una nuova forma di intrattenimento. Già due anni prima avevamo contribuito in qualche modo ad innovare la fruizione di uno show musicale live, laddove gli artisti di Rebel Alliance Los Angeles avevano lavorato per il management dei Pink Floyd,  per il remake in formato tridimensionale di 5 dei loro famosi videoclip, che sarebbero andati in scena per il pubblico dei concerti che sono stati tenuti dagli  Aussie Pink Floyd nel 3D World Tour 2011.


Ma questa volta il discorso si faceva più complicato. Non si trattava di realizzare dei film tridimensionali che il pubblico avrebbe fruito indossando gli occhialetti.

Qui si trattava di usare la Realtà aumentata per rivoluzionare la percezione di migliaia di spettatori attraverso l’illusione che avremmo creato impiegando l’evoluzione digitale di una tecnica inventata già nel XVI secolo dallo scienziato napoletano GiovanBattista Della Porta: il Pepper’s Ghost.

Il 30 novembre, la data della prima di #Volta Cazuza. Um Show de Tecnologia, era vicina. Dopo oltre un anno trascorso tra il Brasile, la Francia in negoziati ed 8 mesi di produzione (diretta da mio figlio Fabrizio) tra gli Emirati Arabi e l’Italia, la performance olografica del Synthespian, il clone digitale, di Agenor de Miranda Araújo Neto in arte Cazuza, sarebbe stata eseguita dal vivo di fronte a migliaia di fans giovani e meno giovani, questi ultimi nostalgici delle esibizioni e dei concerti tenuti dall’artista fino al 1990. Si perchè il giovane Cazuza era scomparso a soli 32 anni per un male incurabile proprio in quell’anno, 24 anni prima.

Quella sera ci trovammo ai piedi dell’enorme palco migliaia di persone,  e lo sponsor, GVT, ci annunciava che si sarebbero potuti ‘connettere’ allo streaming per la diretta TV fino a qualche milione di spettatori. Che effetto avrebbe avuto nell’audience l’avatar di Cazuza? Certo sapevamo che un anno prima a Coachella lo spettacolo olografico di Tupac Shakur era stato un successo. Ma gli americani sono molto meno critici dei brasiliani, e noi eravamo la seconda organizzazione al mondo a mettere in scena uno show musicale olografico, per cui non esistevano altre case history alle quali riferirci.

Alle 22.00, dopo un’ora di esibizione dei più famosi artisti brasiliani,  entra in scena il nostro ologramma. Con gli occhiali da sole e la sua consueta fascia rossa a cingergli la testa, il nostro Cazuza olografico apparve all’improvviso dal buio dei fari mantenuti appositamente spenti. Ed  inizia a danzare e cantare energicamente in un insieme di luci e specchi, accompagnato da un’intera orchestra e famosi musicisti in carne ed ossa, che lo seguivano sorridendo,  indicandolo con le chitarre.

Oltre 30.000 persone esplosero all’unisono in un boato urlando: ‘Cazuza, Cazuza, Cazuza …’ 

L’engagement con l’audience  si era instaurato, il pubblico non si sentiva inibito di fronte ad un OLOGRAMMA; al contrario era entrato in risonanza empatica, migliaia di persone cantavano vibranti insieme al ‘nostro’ Cazuza,  emozionati nel vedere di nuovo sul palco il loro idolo lo applaudivano, fischiavano, molti piangevano, altri gridavano: «lo sappiamo che sei finto, ma ti amiamo lo stesso …»,    la maggior parte di loro era con macchine fotografiche e smartphone tra le mani, per riprendere lo Show di Tecnologia. Avevamo raggiunto l’obiettivo, ed emerge una nuova forma di spettacolo che piace al pubblico e che mette insieme segmenti dell’intrattenimento che fino a pochi anni fa erano separati.


Ma cosa è un Synthespian, un Clone digitale?

Un Synthespian è un essere virtuale creato in digitale al quale si danno sembianze e voce umane.Un essere umano virtuale che riproduce le sembianze e la voce di una persona reale ancora in vita, oppure scomparso, prende il nome di Clone Digitale.Il Clone digitale di una personaggio celebre nel mondo dello spettacolo, dello Sport, nell’Arte, nella Scienza, nella Storia, prende il nome di Celebrità Virtuale.

I Synthespians (o i Cloni Digitali) vengono creati (ricreati nel caso di Cloni di Donne o Uomini realmente vissuti o ancora in vita) impiegando tecniche e tecnologie per la Computer Graphics Imagery 3d per la generazione di immagini tridimensionali e di animazione digitale per riprodurre i movimenti, e sistemi informatici per la manipolazione e la creazione del suono per simulare (o riprodurre) la voce umana.  ​

I primi effettivi impieghi dei Synthespians sono ricondotti all’Industria dell’Entertainment, dove la loro apparizione viene citata nella storia recente del Cinema. Nel 1987, sono  stati  clonati  digitalmente a livello sperimentale (per le prime timide prove di recitazione digitale) Marylin Monroe e Hunphrey Bogart.

Nel live entertainment, l’uso di un Synthespian (like-not human, cioè non con sembianze umane), si registra per la prima volta  il 22 agosto 2009. Con la performance della Cyberstar Hatsune Miku  che si esibisce nel suo primo concerto live cantando  (con voce  sintetica prodotta con un sofisticato sistema Yamaha) e ballando davanti 25.000 spettatori alla Saitama Super Arena in Giappone.

Contestualmente al progressivo sviluppo delle tecniche e delle tecnologie creative per la produzione di effetti visivi digitali, si sono succedute negli anni realizzazioni di Synthespians sempre più sofisticati, fino ad arrivare alla produzione del clone digitale umano-realistico di Brad Pitt nel film  “Il Curioso caso di Benjamin Button (2008)” e, due anni dopo,  di Jeff Bridges nel film “Tron 2 Legacy”.

​Nel 2009, con la produzione del film “Avatar”, il Cinema (digitale) vede per la prima volta la sua completa commistione tecnologica con l’industria del videogame più evoluta. Nella produzione di Avatar sono state impiegate applicazioni tecnologiche per il ‘controllo in tempo reale’ delle performance attoriali di Synthespians, che hano recitato nei set virtuali.

Ciò consente di avviare la ricerca applicata anche nel segmento del live-entertainment, consentendo in un futuro molto prossimo, di impiegare le Celebrità Virtuali sugli stage di eventi in cui questi potranno interagire con il Pubblico in tempo reale.

Ai giorni d’oggi (2014) lo sviluppo del digitale consente la  creazione di esseri umani virtuali o cloni digitali le cui sembianze sono quasi indistinguibili dalle immagini di esseri umani reali.

I Synthespians like-human (cioè con sembianze umane estremamente foto-realistiche) sono impiegati nelle ‘live performance olografiche’ di Celebrità virtuali.

Già sono stati ricreati i Cloni digitali di artisti famosi, non più viventi,  che sono stati fatti esibire (ed interagire con artisti reali) sui palcoscenici nel corso di concerti musicali.

La prima Celebrità ‘riportata digitalmente in vita’,  e fatta esibire nel corso di un concerto rock con il suo clone digitale, è  stata ‘Tupac Shakur’ assassinato nel 1996;  che così ha potuto riproporsi di nuovo al suo pubblico in una riproduzione olografica nel 2012 sullo stage di Coachella, negli Stati Uniti.

Solo un anno dopo lo show di Tupac Shakur, nel 2013,  il nostro team di creativi e tecnici si è rivelata la seconda organizzazione al mondo che ha ricreato digitalmente, e messo in scena in un concerto dal vivo,  una star della musica rock scomparsa molti anni prima.


Nei due concerti di San Paolo e Rio de Janeiro, Rebel Alliance Empowering, la start-up che avevo fondato 4 anni primafa ‘rivivere sul palcoscenico’  la star del rock brasiliano ‘Cazuza’. Che canta per 20 minuti dal vivo accompagnato dai famosi musicisti  della sua ‘vecchia band’ in una performance olografica che emoziona oltre 100.000 fans e milioni di telespettatori.

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