Le nuove tecnologie come supporto psicologico nella cura ospedaliera dei piccoli pazienti
Alla Facoltà di Medicina della Stanford University hanno attivato CHARIOT, un programma di Ricerca applicata per l’impiego delle nuove tecnologie creative e i nuovi media per il sostegno psicologico dei piccoli pazienti ricoverati negli ospedali pediatrici.
In un mio post ho argomentato su come sia stiano applicando le tecnologie digitali immersive per sperimentare nuovi processi di “Terapie della Reminiscenza”, con lo scopo di mettere a punto soluzioni in grado di accompagnare gli Anziani in un percorso per migliorare il proprio stato psico-fisico a lungo-termine.
Nel 2004, ho costituito un gruppo di lavoro per una sperimentazione (finanziata con un piccolissimo contributo economico offerto dalla Pfizer, e il sostegno illuminato del medico ispiratore dott. Rubino ) presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli. Il progetto aveva il nome “Comunicazione informale in Sanità”. L’obiettivo era quello di introdurre nella relazione medico-paziente (e ancora di più in quella tra istituzione sanitaria e paziente) reciprocità, interattività e informalità mediante l’impiego delle nuove tecnologie creative e dei nuovi media, come un momento di innovazione in campo medico che può avere i suoi effetti sia sulla qualità delle prestazioni mediche che sull’ambiente in cui le prestazioni mediche, e dunque la cura, si realizzano. Sebbene il nostro gruppo di lavoro fosse convinto della validità dell’innovazione che intendevamo introdurre, il programma per mancanza di ulteriori fondi, purtroppo, fu cancellato: le nostre istituzioni preposte non ritenevano opportuno contribuire al formale avvio della sperimentazione. Oggi sperimentazioni analoghe (naturalmente, molto più evolute) che impiegano le nuove tecnologie creative ed i nuovi media per il sostegno psicologico durante i trattamenti medici ospedalieri sono tenute in prestigiose Scuole di Medicina come quella dell’Università di Stanford, in USA. Mi piace riportare (traducendo in sintesi) cosa hanno inziato, nel 2015, a sperimentare in quella Università per il sostegno psicologico dei bambini ricoverati nell’Ospedale pediatrico.
“Molti bambini associano l’ospedale a cose stressanti e spaventose”, Sam Rodriguez (anestetista e co-fondatore del programma CHARIOT per la “Riduzione dell’Ansia dei Bambini” al Packard Children’s Childhood) sta scoprendo che mediante l’impiego delle tecnologie virtuali e le nuove tecnologie creative possiamo ridurre ansia e stress nei bambini sottoposti a trattamento medico: “Stiamo scoprendo che la capacità di distrarre questi pazienti con ambienti sensoriali completamente immersivi, divertenti e rilassanti può avere un impatto significativo sull’ansia e il dolore che i piccoli pazienti provano durante le procedure minori, i cambi di medicazione e altri trattamenti medici”.
A Stanford (California) il Lucille Packard Children’s Hospital è uno dei primi ospedali negli Stati Uniti ad iniziare ad implementare con la Realtà Virtuale le terapie di sostegno psicologico all’interno di ogni unità paziente. “L’uso della Realtà Virtuale è una nuova esperienza per molti piccoli pazienti del nostro ospedale”, ha affermato Veronica Tuss, specialista in “Vita infantile” al Dipartimento di Vita Infantile e delle arti creative dell’ospedale. I membri del dipartimento coinvolgono i pazienti in attività adeguate all’età per aiutare a normalizzare il loro tempo in ospedale. Fornendo supporto scolastico e procedurale, svolgono un ruolo chiave nell’aiutare a ridurre i livelli di stress dei pazienti prima delle procedure mediche. “La realtà virtuale è spesso così poco familiare da essere immediatamente coinvolgente e incredibilmente distraente”, afferma la dottoressa Tuss. Con la Realtà Virtuale, un ambiente spesso intimidatorio diventa improvvisamente una cosa o un luogo davvero interessante che i bambini si trovano ad esplorare, riducendo al minimo l’esperienza negativa, talvolta trasformandola in positiva.
Gli effetti dell’impatto negativo, psicologico che una esperienza ospedaliera può avere sui piccoli, ho avuto occasione di sperimentarla, neo-nonno, personalmente. Il mio nipotino nato con una ‘labioschisi bilaterale’ è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva durato 4,5 ore. Ad ogni succesiva visita di controllo il bambino appena entra in ospedale inizia a piangere, ma non appena il personale sanitario si sveste il camice il bambino smette di piangere, si calma e si fa visitare.
Il progetto sperimentale Chariot (avviato nel 2015) è l’ultima evoluzione delle tecniche di terapia di distrazione, è iniziato introducendo il “Bedside Entertainment and Relaxation Theatre”, che utilizza la proiezione video per consentire ai pazienti sottoposti a chirurgia di guardare film, video musicali e altri spettacoli su un grande schermo collegato direttamente alla barella fino al momento in cui entrano nella sala operatoria. All’inizio del 2017, CHARIOT ha lanciato “Sevo the Dragon”, un videogioco interattivo proiettato sullo schermo BERT che diventa una parte necessaria nell’anestesia: respirando il preparato anestetico attraverso la maschera, si trasforma la fase di preanestesia e di anestesia in un gioco. I medici Rodriguez e Caruso (entrambi docenti di anestesiologia, medicina perioperatoria e antidolorifica presso la Scuola di Medicina).
Mentre il BERT è ottimo per i bambini più piccoli, le tecnologie immersive per l’esperienza in Virtuale introdotte nella fase finale del progetto si stanno rivelando uno strumento utile, soprattutto per i bambini più grandi. Gli occhiali VR intensificano l’esperienza di intrattenimento immersiva in una visione a 360 gradi di scenari rilassanti e giochi coinvolgenti. Gli scienziati hanno in programma di realizzare anche delle vere e proprie camere immersive in Realtà Virtuale ed Aumentata.
La terapia di distrazione supportata dalle nuove tecnologie immersive viene già utilizzata nel Centro per il cancro infantile
e le malattie del sangue, nelle unità per soggiorni brevi e il pronto soccorso; nelle unità vascolari e la diagnostica per immagini, nell’ambulatorio ortopedico e nelle cliniche di chirurgia generale e l’ unità preoperatoria, pronto per essere sperimentato nelle unità di terapia intensiva dell’ospedale, alle cliniche di chirurgia ambulatoriale della Stanford Children’s Health. Inoltre, i pediatri della Clinica di Stanford Children’s Bayside Medical Group di Berkeley implementeranno le nuove tecnologie durante le vaccinazioni per i piccoli pazienti che hanno paura degli aghi.
“I bambini non dovrebbero crescere avendo paura di andare dal dottore dopo aver avuto una esperienza medica negativa da piccoli, certe esperienze possono causare fobie che durano fino all’età adulta. La fobia dell’ago è un semplice esempio comune, ed è la ragione principale per cui molti adulti vogliono evitare di sottoporsi ad importanti terapie preventive come i vaccini antinfluenzali”
Sono in corso ricerche per quantificare ulteriormente l’impatto che le nuove tecnologie hanno sui livelli di dolore e ansia che i pazienti sperimentano durante le procedure mediche, inclusi i prelievi di sangue, confrontando le esperienze dei pazienti che hanno usato la Realtà virtuale con quelli che non hanno. “I risultati preliminari hanno mostrato che i bambini tendono ad essere più collaborativi quando sono impegnati mentalmente in queste esperienze, dimostrando meno agitazione, meno paura e talvolta anche punteggi del dolore più bassi, aiutando a trasformare una esperienza negativa in una più positiva sia per l’operatore sanitario che per il bambino (…) Avere un’esperienza meno terrificante quando si va in un ospedale può cambiare il nostro comportamento per settimane dopo una procedura medica (…) fenomeni come la regressione del sonno o l’acting-out durante il periodo di recupero sono associate ad angoscianti esperienze operatorie e terapie mediche, ma usando le nuove tecnologie per ridurre la paura e l’ansia che i bambini provano prima di una procedura, auspichiamo, avranno un impatto positivo sui loro comportamenti anche dopo la procedura (…) molti pazienti a volte entrano in una procedura con un livello di ansia e paura monitorato 10 su 10, ma quando implementiamo la Realtà virtuale durante una procedura, segnalano livelli di stress di livello 2 (o 1), in alcuni casi siamo arrivati a 0 sulla scala di 10”
Gli scienziati Rodriguez e Caruso nella loro sperimentazione hanno aperto una relazione con le aziende tecnologiche locali su come condividere i risultati di queste esperienze oltre l’Ospedale Packard Children. “La nostra missione generale è quella di aiutare quanti più bambini possiamo e rendere le nostre scoperte disponibili ad altre persone e ad altri ospedali”, ha detto Caruso.
Il programma CHARIOT è finanziato con contributi privati, dalla Starlight Children’s Foundation, grazie al supporto di Star Wars: Force for Change, Google e Niagara Cares. Ulteriori finanziamenti provengono dagli Ausiliari del Lucile Packard Children’s Hospital Stanford, la Bank of America e The Traverse Foundation.
Fonte: K. De Trempe, media relations per l’ospedale pediatrico Lucile Packard, Stanford University Reference
Stanford Chariot Program > https://chariot.stanford.edu/
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