La PERCEZIONE della PERFEZIONE. Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace …
Uno studio sulla “Percezione della Perfezione” mostra come l’aspetto di una stessa donna viene immaginata da 18 designers diversi che, provenienti da 18 nazioni differenti, hanno ‘ritoccato’ l’immagine originale con photoshop basandosi sui canoni (culturali) di bellezza propri dei loro paesi d’origine
“Il comportamento degli Individui dipende da chi Essi pensano di essere, influenzati dalle categorie sociali e dalle norme che le categorie si attribuiscono e dalla loro utilità identitaria
Nel mio precedente post , rifletto sull’Etologia Umana e sull’Antropologia Culturale, discipline che possono aiutare il management delle organizzazioni a disegnare scenari d’azione tenendo in considerazione la Cultura del suo target di riferimento, ed affermando che il ‘design thinking’ incontra l’Antropologia, in tutte le sue forme d’azione (action anthropology).
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
Le Aziende che operano in regime multinazionale, per quanto piccole o grandi che siano, dovrebbero definire ed attuare strategie in un’ottica multiculturale. Ciò allo scopo di instaurare una maggiore intensità relazionale con la loro controparte: il Consumatore. Tendendo ad instaurare un rapporto dialettico più intenso tra l’Impresa multinazionale “globale”, e il Consumatore “locale”, attraverso la creazione di “esperienze funzionali”, sintoniche con le diverse Culture che caratterizzano i diversi “Popoli di Consumatori”.
Capaci di facilitare l’instaurarsi di un “rapporto di fiducia e di affinità reciproca con l’interlocutore” durante il processo di comunicazione: un “rapport”.
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
Le Aziende che operano in regime multinazionale, per quanto piccole o grandi che siano, dovrebbero definire ed attuare strategie in un’ottica multiculturale. Ciò allo scopo di instaurare una maggiore intensità relazionale con la loro controparte: il Consumatore. Tendendo ad instaurare un rapporto dialettico più intenso tra l’Impresa multinazionale “globale”, e il Consumatore “locale”, attraverso la creazione di “esperienze funzionali”, sintoniche con le diverse Culture che caratterizzano i diversi “Popoli di Consumatori”.
Capaci di facilitare l’instaurarsi di un “rapporto di fiducia e di affinità reciproca con l’interlocutore” durante il processo di comunicazione: un “rapport”.
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
Le Aziende che operano in regime multinazionale, per quanto piccole o grandi che siano, dovrebbero definire ed attuare strategie in un’ottica multiculturale. Ciò allo scopo di instaurare una maggiore intensità relazionale con la loro controparte: il Consumatore. Tendendo ad instaurare un rapporto dialettico più intenso tra l’Impresa multinazionale “globale”, e il Consumatore “locale”, attraverso la creazione di “esperienze funzionali”, sintoniche con le diverse Culture che caratterizzano i diversi “Popoli di Consumatori”.
Capaci di facilitare l’instaurarsi di un “rapporto di fiducia e di affinità reciproca con l’interlocutore” durante il processo di comunicazione: un “rapport”.
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
Le Aziende che operano in regime multinazionale, per quanto piccole o grandi che siano, dovrebbero definire ed attuare strategie in un’ottica multiculturale. Ciò allo scopo di instaurare una maggiore intensità relazionale con la loro controparte: il Consumatore. Tendendo ad instaurare un rapporto dialettico più intenso tra l’Impresa multinazionale “globale”, e il Consumatore “locale”, attraverso la creazione di “esperienze funzionali”, sintoniche con le diverse Culture che caratterizzano i diversi “Popoli di Consumatori”.
Capaci di facilitare l’instaurarsi di un “rapporto di fiducia e di affinità reciproca con l’interlocutore” durante il processo di comunicazione: un “rapport”.
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
Le Aziende che operano in regime multinazionale, per quanto piccole o grandi che siano, dovrebbero definire ed attuare strategie in un’ottica multiculturale. Ciò allo scopo di instaurare una maggiore intensità relazionale con la loro controparte: il Consumatore. Tendendo ad instaurare un rapporto dialettico più intenso tra l’Impresa multinazionale “globale”, e il Consumatore “locale”, attraverso la creazione di “esperienze funzionali”, sintoniche con le diverse Culture che caratterizzano i diversi “Popoli di Consumatori”.
Capaci di facilitare l’instaurarsi di un “rapporto di fiducia e di affinità reciproca con l’interlocutore” durante il processo di comunicazione: un “rapport”.
«Le esperienze che si verificano in un contesto socio–Culturale, dove l’interazione avviene tra più soggetti (‘attori sociali’) si devono considerare ‘fenomeno sociale’: quando si provano delle emozioni, ‘gli altri’ (fisicamente o come rappresentazione mentale) sono presenti e l’emozione vissuta, rievocata o anticipata, rappresenta momenti essenziali delle nostre interazioni sociali; le norme Culturali dell’ambiente sociale in cui si è inseriti, determinano le modalità di manifestazione delle emozioni (display rules)»
Le esperienze che si verificano in un contesto socio–Culturale, dove l’interazione avviene tra più soggetti, o “attori sociali”, si devono considerare “fenomeno sociale”: quando si provano delle emozioni, “gli altri”, fisicamente o come rappresentazione mentale, sono presenti e l’emozione vissuta, rievocata o anticipata, rappresenta momenti essenziali delle nostre interazioni sociali; le norme Culturali dell’ambiente sociale in cui si è inseriti, determinano le modalità di manifestazione delle emozioni (display rules).
Le esperienze che si verificano in un contesto socio–Culturale, dove l’interazione avviene tra più soggetti, o “attori sociali”, si devono considerare “fenomeno sociale”: quando si provano delle emozioni, “gli altri”, fisicamente o come rappresentazione mentale, sono presenti e l’emozione vissuta, rievocata o anticipata, rappresenta momenti essenziali delle nostre interazioni sociali; le norme Culturali dell’ambiente sociale in cui si è inseriti, determinano le modalità di manifestazione delle emozioni (display rules).
Le esperienze che si verificano in un contesto socio–Culturale, dove l’interazione avviene tra più soggetti, o “attori sociali”, si devono considerare “fenomeno sociale”: quando si provano delle emozioni, “gli altri”, fisicamente o come rappresentazione mentale, sono presenti e l’emozione vissuta, rievocata o anticipata, rappresenta momenti essenziali delle nostre interazioni sociali; le norme Culturali dell’ambiente sociale in cui si è inseriti, determinano le modalità di manifestazione delle emozioni (display rules).
Il comportamento degli Individui dipende da chi Essi pensano di essere, dunque l’Economia è influenzata dalle categorie sociali, dalle norme che le categorie si attribuiscono e dall’utilità identitaria.
E’ in questa visione che l’Antropologia Culturale diventa un valido strumento per l’orientamento del management aziendale che, ispirato dalla Antropologia economica, elabora decisioni strategiche, facilitando la gestione delle sue scelte operative quale azienda internazionale (o che intende diventare tale) come anche aiutare gli esperti della comunicazione nella creazione e nella definizione di piani di comunicazione interculturali, strategie necessarie al marketing internazionale di prodotti e servizi sui mercati globali.
Un esempio di approccio aziendale ispirato alla Business Anthropology è il progetto “Perceptions Of Perfection”, elaborato dalla azienda britannica “Superdrug Online Doctors”.
L’azienda ha definito ed attivato uno studio (pubblicato per la prima volta online da The Huffington Post U.S., che “mostra l’aspetto di una stessa donna e di come viene vista attraverso 18 immagini realizzate con photoshop da 18 designers, provenienti appunto da 18 nazioni differenti e servendosi esclusivamente dei canoni di bellezza del loro paese.”
“È un concetto molto comune quello secondo cui la percezione della bellezza e della perfezione, possono avere un impatto significativo nel tempo, nella cultura di uomini e donne”. Superdrug con questo progetto si è posta l’obiettivo di voler elaborare una conoscenza maggiore della potenzialità degli standard di bellezza e osservare come questi possano variare in ogni parte del mondo.”
Ma la Cultura non cambia solo da luogo a luogo, ma anche di tempo in tempo.
Buzzfeed, sito web d’informazione, ha esplorato in che modo è cambiato nel corso della storia il concetto di bellezza delle forme femminili; dal corpo esile e volto simmetrico dell’Antico Egitto alla “Bellezza postmoderna” (dal 2000 ad oggi). “Avere un “corpo perfetto non significa per forza avere un corpo tonico; ‘equipaggiato’ con le canoniche misure 90-60-90; oppure morire di fame o mangiare cibi sani in abbondanza.”
Per dare valore e, soprattutto una risposta all’ossessione del ‘corpo perfetto’ , “bisogna capire chi è la persona che si pone il quesito e soprattutto da dove viene.”
Questo non significa che le aziende debbano assumere il punto di vista più trend al momento proponendolo in forma pubblicitaria: per essere belle “comprate questo shampoo che celebra la bellezza naturale”. Le persone, è vero, vogliono sentirsi dire quello che vogliono, ma Peter Drucker, economista e saggista austriaco, affermava “La cosa più importante nella comunicazione è ascoltare ciò che non viene detto”.
Le differenze tra regioni, località, paesi, tra generazioni o gruppi sociali sono essenzialmente differenze Culturali. Invece di tentare di cancellarle, o di lasciare che queste scompaiano spontaneamente, o di tenerle “mute” non è forse opportuno tendere alla loro promozione e permettere che si affermino?
La Cultura come risorsa primaria è la strada “privilegiata” per la promozione di pensieri innovativi ed è l’elemento sostanziale per la motivazione degli individui ad orientarsi verso la sperimentazione e l’esplorazione del nuovo. Legata alla ricerca, infatti, innesca Innovazione e crea Occupazione, producendo progresso e sviluppo, pur rimanendo strettamente collegata ai risultati economici dei paesi.
L’economia ritrova e riconosce, in questo senso, un suo spirito sociale e Culturale e si riconosce in un’attività Culturale essa stessa, tanto da rendere l’evento Culturale parte di una strategia orientata alla Business Anthropology per la definizione di efficaci strategie di Comunicazione Interculturale.
Con l’introduzione della Business Anthropology nella Gestione Aziendale e dei Mercati, si assume che: la “produzione, la distribuzione ed il consumo dei beni dipendono da fattori sociali come la Cultura, le Abitudini, il Senso di Responsabilità e la Reciprocità verso gli altri, tutti fattori che regolano le relazioni personali, che sono integrate in reti sociali che generano fiducia e che creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica”.
“l’Economia non è avulsa dalla Società”, piuttosto è “incapsulata” nel Sociale e quindi, “l’Azione Economica è anche un’Azione Sociale” […] “determinata fortemente da motivazioni di origine Sociale e Culturale e dal significato che gli Attori vi attribuiscono”. Uno sguardo antropologico fornisce dunque gli strumenti per comprendere le specificità di ciascun sistema sociale e potervi interagire, in un’ottica multiculturale. In questo senso, nella logica del business si fa spazio la necessità di riconoscere le differenze Culturali e di acquisire specifiche competenze
L’Antropologia si associa al Business e così professionisti con una formazione in questo settore possono svolgere un ruolo strategico, oltre che di “Mediazione Culturale”, sia nel pubblico (diplomazia culturale) che nel privato (business anthropology), anche in supporto di molti settori nell’economia.
Le recenti conoscenze acquisite con la ricerca applicata che si attiva con i progressi negli studi nel campo della nuova teoria dell’Economia dell’Identità, non sono state ancora adeguatamente recepite dalla maggioranza delle imprese. Adeguate pratiche di consulenza e/o di formazione manageriale nel campo della Antropologia Culturale applicata al Business sono ancora poco diffuse. Negli Stati Uniti, indagini di mercato stanno mettendo in evidenza che i Consulenti di Gestione e manager appaiono ancora mal equipaggiati per affrontare i problemi di internazionalizzazione causati dalle differenze delle Culture al di fuori delle logiche di business puro.
Conoscere bene le differenze o le similitudini tra Culture è un dominio di Esperienza di particolare importanza nelle società multiculturali, a maggior ragione nella Società Globale in cui una Azienda vuole essere competitiva.
Questo significa che le Aziende che si vogliono internazionalizzare devono avere la capacità di osservare e analizzare “fenomeni sociali” non familiari, apprezzando, senza pregiudizi, la vasta gamma dei diversi comportamenti socio-culturali nel mondo, imparando ad approcciare individui di altre culture con sensibilità, flessibilità e comprensione della diversità culturale, attraverso la ricerca propria della “indagine osservazionale”.
Per rispondere a queste sfide, senza dubbio è indispensabile che il manager o l’imprenditore, acquisiscano nuove necessarie competenze. Queste saranno utili alla sua organizzazione che aspira a raggiungere nuovi mercati, con lo scopo di sviluppare un business ingaggiando Consumatori di culture diverse.
“Avere un “corpo perfetto non significa per forza avere un corpo tonico; ‘equipaggiato’ con le canoniche misure 90-60-90; oppure morire di fame o mangiare cibi sani in abbondanza.”
Per dare valore e, soprattutto una risposta all’ossessione del ‘corpo perfetto’, “bisogna capire chi è la persona che si pone il quesito e soprattutto da dove viene.”
Questo non significa che le aziende debbano assumere il punto di vista più trend al momento proponendolo in forma pubblicitaria: per essere belle “comprate questo shampoo che celebra la bellezza naturale”. Le persone, è vero, vogliono sentirsi dire quello che vogliono, ma Peter Drucker, economista e saggista austriaco, diceva “La cosa più importante nella comunicazione è ascoltare ciò che non viene detto”.
La Business Anthropology (Antropologia economica) studia ed analizza la dimensione interculturale del Commercio e dell’Economia, cercando di interpretare i fenomeni Culturali in corso nella complessa Società globalizzata e multidimensionale, influenzando l’andamento delle Economie e dei Commerci.
Le Aziende che operano in regime multinazionale, per quanto piccole o grandi che siano, dovrebbero definire ed attuare strategie in un’ottica multiculturale. Ciò allo scopo di instaurare una maggiore intensità relazionale con la loro controparte: il Consumatore. Tendendo ad instaurare un rapporto dialettico più intenso tra l’Impresa multinazionale “globale”, e il Consumatore “locale”, attraverso la creazione di “esperienze funzionali”, sintoniche con le diverse Culture che caratterizzano i diversi “Popoli di Consumatori”.
Capaci di facilitare l’instaurarsi di un “rapporto di fiducia e di affinità reciproca con l’interlocutore” durante il processo di comunicazione: un “rapport”.
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