l’INNOVAZIONE viene da DENTRO
In un mio precedente post , riflettevo su come il ‘ritardo culturale’ che caratterizzava alla fine degli anni ’90 del secolo scorso gli influencers della politica, dell’accademia e molti decision makers italiani sarà descritto come una delle cause principali dell’attuale involuzione della competitività economica della nostra nazione. Lette in prospettiva le motivazioni che hanno giustificato il premio Nobel all’economia assegnato nel 2018 a Paul Romer, indubbiamente mi danno ragione.
Il mondo dell’Imprese e della Politica dovrebbero trarre insegnamento dalle teorie di Paul Romer (docente alla New York University, direttore della Marron Institute of Urban Management, professore di economia alla Graduate School of Business della Stanford University e senior fellow presso l’Hoover Institution) vincitore del premio Nobel 2018 (condiviso con William Nordhaus) per l’Economia. Romer considera l’Economia come una “enorme macchina alla Scoperta dell’Innovazione” che, facilitato dalle politiche culturali e di sviluppo governative, può e dovrebbe promuovere, nonché provvedere affinchè l’innovazione tecnologica sia alla portata di Tutti. Solo così si può avere vero progresso.
La Legge di Moore “Il futuro dell’elettronica integrata è l’elettronica stessa e i
vantaggi dell’integrazione porteranno una proliferazione distrumenti elettronici, portando la scienza in una varietà dinuove aree. I circuiti integrati saranno in grado di portareinnovazioni quali i computer a casa, (o almeno i terminalicollegati ad un computer centrale), controlli automatici perautomobili e apparecchi portatili per le comunicazionipersonali”. (G. Moore, 1965) Con 1.8 teraflop (1.800 miliardi di operazioni floating points al secondo), nel 1996, veniva acclamato il computer più potente al mondo: questo era unico, costruito in USA per scopi governativi, costò 55 milioni di dollari, consumava 800 Kw/ora ed occupava una superficie di 200 mq. Nel 2005 la Playstation 3 toccò anch'esso 1.8 teraflop di potenza di calcolo, ma consumava 200 watt/ora, era grande 1/10 di mq e soprattutto è stato venduto in 64 milioni di unità, perché costava circa 500 dollari. La Legge di Moore (predice come con un dollaro si compra ogni 18 mesi circa il doppio di 'potenza di calcolo generale informatico' rispetto all'anno precedente) sta reggendo da oltre 40 anni e sembra ancora oggi valida, grazie al cosiddetto 'rimaneggiamento brillante'. Auspichiamo che potranno essere sempre più coloro in grado di capirne il significato.
La Commissione del Premio Nobel, nell’annunciare il premio insignito a Romer e Nordhaus, ha affermato: “(…) hanno progettato metodi per affrontare e rispondere ad alcune delle domande più basilari e pressanti su come possiamo creare una crescita economica sostenuta e sostenibile sul lungo termine“. Risposte potenti e pratiche se siamo persone che vivono nel ventunesimo secolo e cercano di far crescere la loro attività e/o l’economia del loro paese. Il lavoro dello scienziato si è concentrato sul confronto con il rapido ritmo del cambiamento tecnologico, dimostrando come la Conoscenza possa fungere da motore della crescita economica e volano di sviluppo a lungo termine. La stessa commissione ha evidenziato che la precedente ricerca macroeconomica aveva già enfatizzato l’innovazione tecnologica come motore principale della crescita economica, ma non aveva determinato come le decisioni economiche e le condizioni del mercato potessero determinare la creazione di nuove tecnologie, con Romer “si è risolto questo problema, dimostrando come le forze economiche governano la volontà delle imprese di produrre nuove idee e innovazioni”.
L’innovazione viene da dentro
Già nel 1990, Romer pose le basi su quella che viene chiamata la (nuova) ‘Teoria della Crescita Endogena’ . La teoria è sia concettuale che pratica, perché spiega come le idee sono diverse dagli altri beni e richiedono condizioni specifiche per prosperare in un mercato. Endogeno è un termine che si riferisce a qualcosa che viene prodotto, che si origina oppure cresce dall’interno.
La teoria della crescita endogena sostiene quindi che la crescita economica è principalmente il risultato di forze interne e non esterne.
In parole semplici, gli investimenti in capitale umano, innovazione e conoscenza sono fattori cruciali per la crescita economica.
Romer sottolinea l’importanza della ‘Innovazione Ricombinante’ egli scrive (*): “La crescita economica si verifica quando le persone assumono risorse e le riorganizzano in modo da renderle più preziose. (…) ogni generazione ha intuito i limiti alla crescita che porrebbero le risorse limitate e gli effetti collaterali indesiderati se non si scoprissero nuove idee. E ogni generazione ha sottovalutato le potenzialità del reperimento di nuove idee. Insistiamo a non capire quante idee ci restano da scoprire (…) Pensare a nuove idee significa voler pensare a nuove politiche economiche. Una spiegazione tradizionale per la persistente povertà di molti paesi meno sviluppati sta nel credere che sia la mancanza di oggetti come risorse naturali o beni capitali. Ma ( ad esempio) Taiwan ha iniziato con poco di entrambi e continua a crescere rapidamente. Qualcos’altro deve essere coinvolto. Sempre più spesso, l’enfasi si sta spostando sulla nozione che sono le idee, non gli oggetti, che mancano ai paesi poveri. (…) Eppure i governi dei paesi poveri continuano a impedire il flusso di molte altre idee, specialmente quelle con valore commerciale. Un paese povero come l’India sta raggiungendo enormi aumenti degli standard di vita semplicemente lasciando entrare le idee detenute dalle compagnie dei paesi industrializzati. Questo stesso tipo di apertura sta causando una spettacolare trasformazione della vita in Cina. Paesi leader come gli Stati Uniti, il Canada e i membri dell’Unione europea non possono pensare di restare in testa (alle classifiche di sviluppo) semplicemente adottando idee sviluppate altrove. Devono offrire forti incentivi per scoprire nuove idee a casa, e questo non è facile da fare. (…) Dopo che il transistor fu inventato presso i Bell Laboratories, molte idee applicate dovevano ancora essere sviluppate prima che questa scoperta scientifica di base producesse un valore commerciale. (Per questo la maggior parte dei benefici di tale scoperta) … è stata raccolta non dalla azienda innovatrice, ma dagli utenti di transistor. Per questo motivo, la maggior parte degli economisti sostiene i finanziamenti governativi per la ricerca scientifica di base (…) ma riconoscono, tuttavia, che sovvenzioni alla ricerca di base da sole non forniranno gli incentivi per scoprire le tante piccole idee applicate necessarie per trasformare idee di base, come il transistor o il WWWeb, in prodotti e servizi di valore. Occorrono più degli scienziati nelle università per generare progresso e crescita. (…) (Per questo motivo) Forse le idee più importanti di tutte sono le meta-idee, cioè delle Idee pensate per supportare la produzione e la trasmissione di altre idee. (…) La sfida che devono affrontare tutti i paesi industrializzati è quella di inventare nuove istituzioni che incoraggino un livello più elevato di ricerca e sviluppo applicati e commercialmente rilevanti nel settore privato. Mentre i mercati nazionali del talento e dell’istruzione si fondono in mercati globali unificati, emergeranno sicuramente opportunità di importanti innovazioni politiche. Nella ricerca di base, gli Stati Uniti sono ancora il leader indiscusso, ma in settori chiave dell’istruzione, altri paesi stanno avanzando. Molti di loro hanno già scoperto come addestrare una parte più ampia dei loro giovani come scienziati e ingegneri. Non sappiamo quale sarà la prossima grande Idea pensata su come supportare le Idee. Né sappiamo dove emergerà. Esistono, tuttavia, due previsioni sicure. Innanzitutto, il paese che prenderà il comando nel ventunesimo secolo sarà quello che implementerà un’innovazione che sarà in grado di supportare in modo più efficace la produzione di nuove idee nel settore privato. La seconda è che verranno trovate meta-idee per questo scopo. Solo un fallimento dell’immaginazione (lo stesso fallimento che porta l’uomo di strada a supporre che tutto sia già stato inventato) ci porterà a credere che tutte le Istituzioni Rilevanti siano state progettate e tutte le Leve Politiche siano state trovate e sperimentate. Per gli scienziati sociali (ed umanisti), così come per gli scienziati fisici ( e tecnologici), ci sono vaste regioni da esplorare e meravigliose sorprese da scoprire”
(*) "Economic Growth" di Paul Romer, tratto da, e liberamente tradotto
more References
- N. Brynjolfsson\A. Mcafee, "The second machine age, work, progress and prosperity in a time of brilliant technologies", 2014 ,W.W Norton & C.
- K.Schwab,"The Fourth Industrial Revolution", 2017, Penguin
- W. Pasqua, "The Elusive Quest for Growth", 2002, Cambridge MIT Press
- E. Helpman, "The Mystery of Economic Growth", 2004, Harvard University Press
- D.C. Nord, "Institutions, Institutional Change, and Economic Performance", 1990, Cambridge University Press
- M. Olson, "Big Bills Left on the Sidewalk: Why Some Nations Are Rich, and Others Poor", 1996, Journal of Economic Perspectives 10, no. 2
- N. Rosenberg, "Inside the Black Box: Technology and Economics", 1982, Cambridge University Press
- P. Romer, "Endogenous Technological Change", 1990, Journal of Political Economy
- https://www.cnet.com/news/moores-law-the-rule-that-really-matters-in-tech/
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