Il Patrimonio Culturale non è solo Pizza e Pietre
Il 17 ottobre del 2003, a Parigi, con l’adozione della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (Intangible Cultural Heritage), si riconosce che: “gli accordi, le raccomandazioni e le risoluzioni esistenti relative ai beni culturali e naturali necessitano di essere effettivamente arricchiti e completati per mezzo di nuove disposizioni relative al patrimonio culturale immateriale”
Nel marzo del 2016 il Comune di Napoli ha istruito la domanda all’UNESCO per l’ammissione alla protezione della maschera di Pulcinella tra i Beni Immateriali patrimonio dell’Umanità.
Nel frattempo, recentemente è stata accolta dall’UNESCO la domanda di riconoscere la Pizza Napoletana Patrimonio dell’Umanità.
I Patrimoni dell’Umanità sono tanti, così come i generi che si distinguono.
Il 17 ottobre del 2003, a Parigi, con l’adozione della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (Intangible Cultural Heritage), si riconosce che: “gli accordi, le raccomandazioni e le risoluzioni esistenti relative ai beni culturali e naturali necessitano di essere effettivamente arricchiti e completati per mezzo di nuove disposizioni relative al patrimonio culturale immateriale”
La Convenzione evidenzia ancora di più il crescente interesse nei confronti degli aspetti immateriali della cultura quali fattori principali della diversità culturale e la profonda interdipendenza fra patrimonio culturale immateriale, patrimonio culturale materiale e beni naturali. La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale nasce con l’esigenza di dar vita ad uno strumento – inesistente fino al 2003 – sia di tutela che di consapevolezza, soprattutto fra le nuove generazioni, riguardo l’importanza di queste risorse identitarie.
L’art. 2 di tale Convenzione definisce il Patrimonio Culturale Immateriale come:
“le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale”
Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. Ai fini della presente Convenzione, si terrà conto di tale patrimonio culturale immateriale unicamente nella misura in cui è compatibile con gli strumenti esistenti in materia di diritti umani e con le esigenze di rispetto reciproco fra comunità, gruppi e individui nonché di sviluppo sostenibile”
Ciò dato, l’UNESCO evidenzia che
i Patrimoni Culturali non sono solo i monumenti e le collezioni di oggetti. Piuttosto comprende anche le tradizioni o le espressioni di vita ereditate dai nostri antenati e trasmesse ai nostri discendenti
Nei Patrimoni Culturali Intangibili rientrano dunque le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti, le feste , le conoscenze e le pratiche concernenti la natura e l’universo o la conoscenza e le competenze per la produzione tradizionale e l’artigianato. Poiché fragili, i Patrimoni Culturali Immateriali sono un fattore importante nel mantenimento delle diversità culturali di fronte alla crescente globalizzazione. La comprensione dei patrimoni culturali immateriali di comunità diverse, aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco per le altre forme di vita. L’importanza attribuita al patrimonio culturale immateriale, non è la manifestazione culturale in sé, piuttosto il patrimonio di conoscenze e di competenze che si trasmette da una generazione a quella successiva. Il valore sociale ed economico di questa trasmissione della conoscenza è rilevante per le minoranze e per i gruppi sociali tradizionali all’interno di uno Stato, ed è importante per lo sviluppo degli Stati stessi, anche quelli più sviluppati.
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