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Vittorio A. Dublino

Il Corporate Barter Trading; ricordando il rilancio dell’economia tedesca nel 1934.

Il ministro del III Reich, Schacht, subito dopo aver annullato il debito estero ( poiché: “ … settori vitali dell’economia erano controllati (…), almeno parzialmente, dal capitale internazionale”), adottò il Barter Trading nei processi di scambio commerciale con l’estero: si approvvigionava di materie prime trasformandole in commesse per l’Industria tedesca, cioè pagava le materie prime in una moneta che poteva essere impiegata solo per comprare prodotti delle industrie manifatturiere tedesche.

Nella suo trattato “la Ricchezza delle Nazioni” Adam Smith ci descriveva  il ‘baratto (barter)’ come “un sistema primitivo, grezzo e poco raffinato per gli scambi commerciali”.

Tuttavia, è probabile che sono molto pochi coloro che ricordano che la Germania nazista risollevò l’economia della nazione (che dopo la crisi del 1929 vedeva il 20% della forza lavoro disoccupata e gran parte dei suoi cittadini allo stremo)  grazie ad un ingegnoso sistema di ‘baratto commerciale’ concepito da Hjalmar H. G. Shacht, già presidente della Reichbank,  che fu nominato, dal cancelliere Adolf Hitler,  Ministro dell’Economia, nel 1934.

Schacht, infatti,  subito dopo aver annullato il debito estero ( poiché: “ … settori vitali dell’economia erano controllati (…), almeno parzialmente, dal capitale internazionale”, Charles Bettelheim in ‘L’économie allemande sous le nazisme’) , adottò il Barter Trading (commercio di scambio) nei processi di scambio commerciale con l’estero: si approvvigionava di materie prime trasformandole in commesse per l’Industria tedesca, cioè pagava le materie prime in una moneta che poteva essere impiegata solo per comprare prodotti delle industrie manifatturiere tedesche. In questo modo la Germania fu capace di ‘invadere virtualmente’ molti paesi dell’europa centrosud-orientale (in quest’area gestiva circa il 50% dell’import-export) prima ancora che con le armi, e accrebbe il suo export in nazioni come la Spagna franchista e molti paesi dell’america latina (solo nel 1939 la Germania riuscì ad acquisire ‘a baratto’ petrolio dal Messico – “anche a fronte di impianti di irrigazione, macchine agricole, materiali per ufficio, macchine per scrivere ed equipaggiamenti fotografici”, per un valore di circa 17 milioni di dollari ad a un “costo per barile” inferiore alle valutazioni di mercato)

Il Baratto Commerciale è ancora praticato nelle economie sia dei paesi sviluppati che in via di sviluppo, spesso regolato da organizzazioni appositamente costituite per garantirne il buon funzionamento.

Il primo Business-to-Business Barter Cooperative Network (la WIR Bank) fu creato in Svizzera nel 1934, normato da leggi bancarie, e tutt’ora opera generando 5.3 miliardi di franchi svizzeri di bliancio  e 3.9 miliardi di CHF/depositi CHWir clienti.

Nell’ultimo decennio, la crisi economica globale (e la conseguente maggiore consapevolezza delle aziende che si è resa necessaria per affrontarla in maniera efficace) ha creato le condizioni ambientali affinché il fenomeno del Baratto Commerciale sia in espansione in tutto il mondo.  Tuttavia le informazioni sul Corporate Barter  sono ancora troppo frammentate. Non si trovano facilmente statistiche per presentare l’intero quadro con una visione scientifica.

Non è difficile capirne il perché.

In primo luogo, le Agenzie fiscali degli Stati ostacolano lo sviluppo del Baratto commerciale, perché raccolgono le tasse solo quando la moneta complementare impiegata nelle transazioni BtB all’interno dei Barter network, si trasforma nelle valute correnti e può essere quantificato negli eventuali utili da tassare; inoltre molte transazioni gestite con il Corporate Barter non riescono ad essere controllate dai governi.

In secondo luogo, ma non meno importante (per capire le motivazioni  che spingono i detrattori di questo Sistema), è evidente come il Barter Trading potenzialmente dia molto fastidio allo sviluppo del business proprio di banche e finanziatori: il ministro Shacht ebbe a farlo ben capire a tutto il mondo.

Ma lo sviluppo crescente della Cultura Digitale nella Società (che diventa della “Informazione”) rappresenta giorno per giorno un’ostacolo per coloro che vogliono mantenere lo ‘status quo’: sempre più cittadini, imprenditori, operatori di innovazione sociale stanno iniziando a pensare in maniera diversa grazie alla circolazione di nuove (o, volutamente nascoste) Conoscenze.

 

Nella città di Hull nella contea dello Yorkshire inglese, si sta attuando una sperimentazione di innovazione sociale per incrementare il business locale. La sperimentazione è basata sul concetto di “to-Consumer-Barter-Cooperative network” per sfruttare la tecnologia Blockchain per la gestione di valuta digitale (BitCoin). Questa si è avviata con un finanziamento governativo (e crowdfunding) pari a circa 240.000 sterline.  Volontari ed operatori della comunità usano una ‘moneta complementare sociale’, la HullCoin, per ottenere sconti presso i rivenditori locali, così come riduzioni sulle imposte comunali, grazie a una tecnologia che attribuisce un valore reale a compiti socialmente utili. La HullCoin è una moneta digitale e può essere guadagnata solo con  la ‘buona opera’, piuttosto che acquistata o venduta con denaro contante. Una descrizione del lavoro svolto è permanentemente associato alla ‘moneta’.  In sostanza funziona come una ‘carta fedeltà aziendale’, che in questo caso assume la funzione di ‘fedeltà della comunità’; le HullCoins (monete digitali per remunerare il volontariato nel terzo settore) vengono distribuite come codici QR sui telefoni cellulari, le persone possono guadagnarle operando nella comunità con attività come ad esempio aiutando i bambini a leggere, a gestire club per i giovani a rischio oppure organizzare e gestire attività per gli anziani; addirittura sono contemplate attività in ambito sanitario, perché le istituzioni si rendono conto che riducono l’onere per i servizi sanitari. Gruppi comunitari, enti di beneficenza ed organizzazioni del terzo settore, scuole, enti sanitari, centri di lavoro e carceri saranno in grado di emettere le monete una volta approvate dal ‘Sistema HullCoin’. Il modello sta ottenendo già successo ed è già sperimentato in altre città come Lewes e Bristol; e già si pensa possa essere esteso a livello nazionale. Questa sperimentazione, iniziata nel 2014, è nell’interesse delle istituzioni di altre nazioni dell’Europa continentale e degli USA

 

L’avvento del Digitale, inoltre, oltre a facilitare la circolazione di Conoscenza, facilita anche la creazione di piattaforme informatiche che (rendendo sempre più efficienti i circuiti solidali e sistemi per i Business-to-Business e to-Consumer Barter Cooperative network) incrementeranno molto presto lo sviluppo e la diffusione del Baratto Commerciale. Un esempio tutto italiano che lavora sul concetto di  ‘baratto multilaterale e moneta complementare’ che inizia a diffondersi nel nostro paese è il network BEXB.

 

References

  1. Kimberly Jewil Coates, “MALEFICENT OBLIGATION TO MARKETING OPPORTUNITY: INTERNATIONAL SUCCESS THROUGH OFFSET & BEYOND”, London South Bank University Faculty of Business Area of Study: Marketing & Strategy

  2. James Stooder, “CORPORATE BARTER and ECONOMIC STABILISATION”, 1998,  International Journal of Community Currency Research

  3. Nigel Healey,  “WHY IS CORPORATE BARTER?”, 1996, Business Economics, 1 April 1996, Vol.31(2), pp.36-41

  4. Melina Young (Independent Researcher), “BUSINESS-to-BUSINESS BARTER NETWORK AND THE SOCIAL ECONOMY”

  5. Portia Oliver\Mercy Mpinganjira, “BARTER TRADING: AN EMPIRICAL INVESTIGATION OF MANAGEMENT PRACTICE“, 2011, African Journal of Business Management Vol. 5(31), pp. 12256-12263, 7 December, 2011

  6. Portia Oliver\Mercy Mpinganjira, “IMPEDIMENTS TO BARTER TRADING: ANALYSIS OF PRACTITIONERS AND NON-PRACTITIONERS PRECEPTIONS”, 2010, African Journal of Marketing Management Vol. 3(1) pp. 6-13, January 2011

  7. Jiří Koleňák\František Milichovský, “DEVELOPMENT OF CREATIVE THINKING IN CONNECTION WITH COMPENSATION TRADES”, 2015,  Newton College, Brno, Czech Republic –  Department of Management, Faculty of Business and Management, Brno University of Technology, Brno, Czech Republic

  8. The Ellen MacArthur Foundation, “TOWARDS THE CIRCULAR ECONOMY, Economic and business rationale for an accelerated transition”, 2013

  9. James Stodder, (Ph.D., Economics, Yale 1990) LallySchool of Management & Technology Rensselaer Polytechnic Instituteat Hartford Hartford, Connecticut, USA “RECIPROCAL EXCHANGE and MACROECONOMIC STABILITY: SWITZERLAND’s WIRTSCHAFTSRING”, 2006

  10. Davide Storelli, “ALCHEMY. MONETA, VALORE, RAPPORTO TRA LE PARTI, 2015, Sovera edizioni

  11. WIR Bank, “RAPPORT de GESTION”, 2016

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