DIPLOMAZIA CULTURALE …(Soft Power, parte 2)
Che cosa è la Diplomazia Culturale?
“La Diplomazia Culturale può essere descritta come quel corso di azioni, che si basano, ed utilizzano, lo scambio di idee, di valori, di tradizioni e di altri aspetti della cultura o delle identità di una comunità territoriale.
Più in generale, lo scopo di queste azioni – ricondotte al macrolivello di una nazione – è il rafforzamento di inter-relazioni sovranazionali finalizzate alla costruzione di quelle cooperazioni socio-culturali tese a rafforzare a livello globale la leadership di una nazione promuovendone indirettamente gli interessi nazionali (…) La Diplomazia Culturale può essere praticata sia nella sfera del pubblico interesse, che nella società civile o nel settore privato”
La Diplomazia tra le Culture esiste come pratica da secoli; oggi non è più relegata nella periferia della disciplina delle relazioni internazionali; diventando un vibrante ed innovativo campo di studio accademico di ricerca, si afferma con successo sia come disciplina teorica che come pratica diplomatica a se stante.
Sebbene sia stato solo di recente istituito il termine “Diplomazia Culturale”, la prova della sua effettiva pratica nel corso dei secoli può essere evidenziata dallo studio della Storia dell’Uomo, confermando che questa esiste da secoli.
Esploratori, viaggiatori, commercianti, insegnanti ed artisti che hanno portato la loro Cultura in giro per il globo possono essere tutti considerati esempi di “Ambasciatori informali” o primi “diplomatici culturali”.
Tali deliberati sforzi di scambio culturale possono essere classificati come dei primi esempi di diplomazia culturale. In effetti, ogni persona che interagisce con culture diverse, (oggi come in passato), facilita una forma di scambio culturale, che può avvenire in svariati campi, quali: l’arte, lo sport, la letteratura, la musica, la scienza, Economia e oltre. Attraverso l’interazione tra i popoli, lo scambio della lingua, delle idee, delle arti, la conoscenza delle religioni e delle strutture sociali hanno costantemente migliorato le relazioni tra i gruppi divergenti.
La Diplomazia Culturale in pratica (Diplomazia Culturale Applicata) è l’applicazione attraverso l’attuazione della teoria della Diplomazia Culturale, e comprende tutti i modelli che sono stati praticati nel corso della storia da parte dei singoli, di comunità, dagli Stati o dagli attori istituzionali al fine di facilitare e migliorare le relazioni e la collaborazione tra culture più disparate.
Questi modelli includono i diversi programmi di scambio culturale attuati da delegazioni internazionali (ad esempio, gli ambasciatori del jazz americano) o le competizioni sportive, come anche grandi eventi come le esposizioni internazionali. Tali modelli sono in grado di influenzare il dialogo inter-culturale o inter-religioso e promuovere la riconciliazione. In un mondo sempre più globalizzato, interdipendente, in cui la proliferazione delle tecnologie di comunicazione di massa, più che mai, ci assicura che tutti noi abbiamo sempre maggiori possibilità di accesso gli uni agli altri, l’importanza della Diplomazia Culturale è fondamentale per promuovere la pace e la stabilità in tutto il mondo.
La Diplomazia Culturale, quando si impara ad applicarla a tutti i livelli, possiede la capacità, unica, di influenzare la “Opinione Pubblica Globale” e le percezioni ideologiche di individui, di comunità, di culture, o di intere nazioni, che possono accelerare la realizzazione dei 5 principi sottostanti, in un processo in cui la realizzazione del primo principio, di conseguenza attiva il secondo, che a sua volta permette l’attivazione del terzo fino al raggiungimento del quinto ed ultimo principio, quello di pace e stabilità globale.
I principi sono:
Il rispetto e il riconoscimento delle diversità culturali e dei Patrimoni Culturali
Il Dialogo interculturale globale
Giustizia, uguaglianza e interdipendenza socio-culturale
La salvaguardia internazionale dei Diritti dell’Uomo
Ricerca della Pace Globale e Stabilità
Quando la Diplomazia Culturale si trasforma da strumento finalizzato al dialogo inter-culturale o inter-religioso – per promuovere la riconciliazione – a strumento usato dai Governi per influenzare Culture diverse con lo scopo di assurgere ad una leadership Culturale questo diventa “Soft Power”.
Nel settore pubblico l’approccio alle relazioni regionali e internazionali può essere distinto in due forme; quella che va sotto il nome di “hard power” e quello che si chiama “soft power”, la Diplomazia Culturale è strumento del secondo.
E’ stato il politologo Prof. Joseph S. Nye che codificò la famosa distinzione tra questi due, descrivendo il ‘soft power’ come: “la capacità di convincere, influenzando attraverso la cultura con valori ed idee , al contrario del ‘hard power’ che conquista e costringe con la forza militare”.
Mentre l’approccio “hard power”, storicamente, è stata la politica favorita dai governi nella conduzione delle relazioni internazionali e regionali, il nuovo stato del mondo sempre più interconnesso evidenzia la necessità di una cooperazione su un nuovo livello.
Questo è il ruolo del “Soft Power”, come forma di Diplomazia Culturale che diventa significativa nella relazioni tra i popoli. E’ su questa base di principio che la Diplomazia Culturale non riveste un ruolo secondario nei confronti della Diplomazia Politica o Economica, piuttosto funziona come una componente intrinseca e necessaria ai processi Diplomatici.
La Diplomazia Culturale assume un ruolo significativo non solo nelle relazioni tra gli Stati, ma anche tra i Privati. Con la globalizzazione degli scambi commerciali l’evoluzione verso pratiche commerciali più socialmente responsabili prende sempre maggiore slancio.
La capacità di comprendere ed abbracciare i diversi valori e le esigenze di culture e di società diverse diventa sempre più importante per sviluppare gli scambi. Sono evidentemente molte le ragioni per le quali le aziende hanno bisogno di essere consapevoli delle differenze tra le Culture nei loro processi strategico decisionali, adottando modelli di Diplomazia Culturale nel loro ordine del giorno.
Nell’era della crescente consapevolezza sociale, le aziende che definiscono piani di comunicazione di marketing culturalmente sensibili, potranno godere di una opinione pubblica positiva, consolidando una buona immagine, quindi raggiungere risultati finanziari migliori.
Le aziende che cercano l’espansione all’estero, incontreranno minori problemi se in grado di condurre ricerche per l’analisi dell’eventuale “sconto culturale” delle loro strategie, ed agire secondo le differenze culturali del paese ospitante.
In un momento della Storia dove l’immigrazione assume incidenza significativa, le aziende con un focus nazionale devono affrontare la sfida consapevoli delle differenze culturali dei loro “nuovi consumatori” garantendosi di essere in grado di essere sensibili alle minoranze culturali nazionali.
La definizione e l’attuazione delle moderne strategie di Diplomazia Culturale si elaborano attraverso un approccio di studio e di analisi multi/inter-disciplinare, investendo aree di expertise che hanno fondamento in discipline quali ad esempio: l’Antropologia Culturale Applicata (Applied Anthropology), le Scienze della Comunicazione e le Scienze Cognitive, l’Economia politica, la Sociologia ed il Marketing sociale
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