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Vittorio A. Dublino

A proposito dell’Arte del Comunicare … con empatia (introduzione alla PNL – parte

La Mappa non è il Territorio! Le nostre rappresentazioni mentali, le nostre descrizioni, non sono la Realtà, … perchè la mappa non è il territorio! Il significato della tua comunicazione è dato dalla risposta che ottieni.  Sei il solo a doverti assumere la responsabilità della tua comunicazione, tant’è che, se non vieni capito, probabilmente non sei riuscito ad arricchirti della “mappa che disegna il mondo del tuo interlocutore” 

Se chiediamo: “…chi confonderebbe, una cartina dell’Italia con il suo territorio reale?”, la risposta che tanti darebbero a questa domanda sarebbe: “nessuno”.  Tuttavia gli scienziati ci fanno rendere conto che generalmente le Persone nella consuetudine della loro vita quotidiana, fanno confusione con i loro ragionamenti. Gli Individui tendono a confondere il ‘Territorio con la Mappa’, cioè la ‘Realtà con la sua Percezione’! Le Persone spesso confondono ciò che pensano con ciò che effettivamente è la Realta’.

Questa intuizione, cioè la distinzione fra modello e realta’,  è stata sottolineata dallo studioso Alfred Korzybski  già nel 1933 nel suo libro ‘Scienza e Sanita’, dove enunciò la famosa frase qui sotto.

La Mappa non è il Territorio! Le nostre rappresentazioni mentali, le nostre descrizioni, non sono la Realtà, … perchè  la Mappa non è il Territorio!

 

La “mappa non è il territorio” è oggi uno dei presupposti di base della P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica)

 


In molte persone, la loro personale lettura della Realta’ diventa LA REALTA’,  tout court!


Fin dall’infanzia veniamo programmati a seguire una mappa di comportamenti  che danno forma alla nostra personalità e alle nostre idee sulla vita e sugli altri. Ciascun individuo pensa ed agisce a partire da una certa sua personale mappa del mondo, da come  vede la realtà e dalle esperienze passate. Ognuno legge la realta’ col suo filtro! 

Vi è un’irriducibile differenza tra il mondo reale e l’esperienza che ne abbiamo di questo.

Noi esseri umani non agiamo direttamente sul mondo “Ciascuno di noi si crea una sua propria rappresentazione del mondo in cui vive; cioè noi creiamo una mappa o modello che usiamo per originare il nostro comportamento. La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l’esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili,  vivendoci dentro…” (Bandler & Grinder)

L’Arte del Comunicare consiste proprio nel cercare di entrare in quel mondo percepito degli Individui, nella loro ‘mappa mentale’. 

Ed è questo il motivo per il quale il Comunicatore è responsabile al 100% dei risultati che ottiene, o che non ottiene. Il significato della comunicazione che viene percepito dal suo destinatario è il risultato che si ottiene. La comunicazione non è giusta o sbagliata, ma efficace o inefficace … in relazione all’obiettivo scelto!

“Il significato della tua comunicazione è dato dalla risposta che ottieni. Sei il solo a doverti assumere la responsabilità della tua comunicazione, tant’è che, se non vieni capito, probabilmente non sei riuscito ad arricchirti della “mappa che disegna il mondo del tuo interlocutore” 

Cicerone lo aveva intuito, il grande oratore nel suo trattato invita chi si vuole cimentare nell’arte oratoria ad usare soprattutto l’Empatia.  … ed a fare i conti con ciò che oggi la Scienza definisce ‘Illusione di Conoscenza’ , che affligge molte, troppe, persone.

 

la COMPETENZA SPECIFICA DELL’ORATORE (*) “Egli non mira dunque a risultare un saggio in mezzo a degli sciocchi, perché in tal modo coloro che lo ascoltano lo riterrebbero un saccente, oppure, pur ammirandone le doti intellettuali e la saggezza, si infastidirebbero di passare per ignoranti.  Un vero oratore, invece, conosce gli animi degli uomini e sa gestire la loro attenzione e le loro emozioni in modo tale che non ha bisogno delle definizioni dei filosofi, e nei suoi discorsi non indaga, ad esempio, se il sommo bene risieda nello spirito o nel corpo, se sia riconducibile al piacere o alla virtù, o se queste cose possano essere collegate e unite tra loro.  L’importanza e la complessità dei temi oggetto della filosofia è indubbia, come numerose e diverse sono le varie teorie; ma qui si sta tentando di definire qualcosa di differente, di gran lunga differente; qui si parla di un uomo intelligente, acuto sia per doti naturali sia per esperienza, il quale sappia individuare con sagacia che cosa e in che modo pensino, sentano, giudichino e desiderino i suoi concittadini, o coloro che egli cerca di persuadere parlando. Bisogna allora che un bravo oratore sappia tastare il polso a persone di qualunque genere, età e ceto sociale, e percepire pensieri e stati d’animo di coloro presso i quali si trova o si troverà a trattare un determinato argomento. Dunque se vuoi narrare qualcosa , e cercare di farti comprendere dall’interlocutore per raggiungere lo scopo di indurlo a farlo agire, allora questi suggerimenti qui sotto, ti possono tornare utili.”

 

LA NARRAZIONE E’ COME RACCONTI LA TUA STORIA (**)

  1. per essere ed essere visti bisogna sapersi narrare;

  2. sapersi narrare implica non soltanto il sapersi narrare agli altri ma anche, e forse soprattutto, saper(si) narrare a se stessi;

  3. tutti sappiamo narrare e narrarci nella vita quotidiana perché lo impariamo vivendo,  ma nessuno, senza specifiche esperienze acquisite attraverso lo studio o le esperienze professionali, saprà costruire narrazioni in quegli ambiti specifici che trascendono la vita quotidiana;

  4.  quando si è all’interno di un gruppo, di un’organizzazione, di una comunità è ancor più indispensabile sapersi narrare anche all’interno, oltre che all’esterno;

  5. le narrazioni più coerenti, legittime e solide sono quelle in cui la narrazione interna e quella esterna coincidono e non divergono;

  6. ‘essere’ implica automaticamente essere narrati e, per questo, chi non sa narrarsi è soggetto alle narrazioni altrui;

  7. ‘narrare’ è molto di più che comunicare;

  8. comunicare è soltanto ‘il trasmettere’ moduli informativi a una via;

  9. narrare non è trasmettere soltanto informazioni, ma anche visioni ed istruzioni per l’uso e, dunque, modalità per utilizzarle in modo dinamico in percorsi che, attraversando universi complessi, si snodano tra problematiche, alternative e soluzioni.

 

(*) tratto da: Cicerone,”Arte di Comunicare”

(**) tratto da: D. Pinardi, “Teoria narrativa”, in “Narrativa d’impresa. Per essere ed essere visti”,2013, F. Angeli

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