Smart City, Rigenerazione Urbana & Inclusione sociale digitale
"La Cultura rappresenta un’importante leva strategica per la formazione di una nuova coscienza collettiva, per la creazione di un sistema-territorio integrato..."
Questo programma si sostiene sulla tesi secondo la quale un maggior coinvolgimento delle comunità nei processi di rigenerazione urbana è il fattore chiave per un’innovazione sociale nei servizi e nella fruizione degli spazi pubblici. Riferendoci all'Obiettivo 11 dell'Agenda ONU 2030: Città e Comunità Sostenibili, il nostro scopo è contribuire alla trasformazione fisica degli spazi pubblici nei nuovi scenari guidati dalla trasformazione digitale
Premessa
“Investito da un diverso sguardo, il tema del paesaggio (urbano) si è caricato di valori percettivi e di significati culturali nuovi, aprendo originali ed interessanti campi di indagine sullo spazio vissuto” (C. Barilaro)
Nel lessico delle discipline che si occupano di questioni urbano/sociali, il termine RIGENERAZIONE URBANA è una parola introdotta recentemente e da non confondere con la riqualificazione urbana, che, invece, si riferisce agli interventi in quelle parti di territorio che presentano processi di degrado tali da renderli de-qualificati.
I percorsi tesi alla rigenerazione urbana sono più complessi.
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Interessanti case history di rigenerazione urbana riportate in Europa sono ad esempio gli interventi operati a Bilbaoo, Barcellona, Marsiglia, Liverpool, Manchester, Glasgow, Milano, Essen e Lipsia. Queste due ultime Città sono significativamente importanti: localizzate nel più grande distretto industriale del Centro-Europa questo territorio è divenuto un famoso esempio di distretto culturale, scientifico, tecnologico ed ambientale. In questi scenari di rigenerazione urbana un ruolo di rilievo è stato assunto dalle imprese sociali e dalle organizzazioni del terzo settore, grazie alla loro capacità di ascoltare i territori, aggregare persone portatrici di visioni e valori differenti, essere portavoce di istanze sociali, economiche e culturali provenienti dal basso, connettere realtà pubbliche, imprenditoriali e comunitarie. Queste realtà possono svolgere, in un’ottica di inclusione e di partecipazione collettiva, un ruolo fondamentale, sia nella promozione delle iniziative di rigenerazione urbana, sia nella gestione delle attività derivanti dagli interventi che vengono realizzati.
… Negli ultimi anni, il dibattito sulla rigenerazione urbana si è sovrapposto notevolmente al tema dell’innovazione sociale, soprattutto dopo il 2011 quando il presidente della Commissione Europea José Barroso, lanciando l’iniziativa ‘Social Innovation Europe’, definisce l’innovazione sociale come lo strumento principale per rispondere a bisogni sociali che fino ad allora non erano stati affrontati, introducendo anche i temi della sostenibilità ambientale, dell’inclusione sociale e della responsabilità sociale delle azioni degli individui e delle comuni” (Bernardoni et alt).
Verso la Rigenerazione urbana digitale, l'incorporamento delle tecnologie digitali nei processi di sviluppo del rinnovamento urbano
La società moderna è entrata nella 4^ Rivoluzione Industriale e si sta caratterizzando con una fusione tra spazi fisici e digitali, incidendo di conseguenza anche sulle città e sulla loro qualità di vita (Jeon & Suh, 2017). La rigenerazione urbana deve prendere in considerazione le innovazioni digitali e sfruttare i cambiamenti tecnologici emergenti declinandoli in uno sviluppo innovativo dei processi di rinnovamento urbano, implementando gli approcci dei processi decisionali. Choi e Kim menzionano già molti esempi, in città di tutto il mondo, che si stanno preparando a diventare città intelligenti (Smart City).
Pierre Lévy, noto sociologo dei media scrive:
“i linguaggi filmici e le nuove tecniche di post-produzione digitale hanno la capacità intrinseca e dirompente di utilizzare contestualmente differenti codici espressivi: partiture complesse di idiomi multisensoriali che possono essere creativamente combinati per esprimere e comunicare alcuni specifici contenuti.
Potenzialmente i media digitali contengono tante epistemologie e linguaggi quanti se ne possono trovare nel mondo stesso”
Pertanto, la rigenerazione urbana deve prendere in considerazione queste innovazioni digitali e sfruttare i cambiamenti tecnologici emergenti nello sviluppo dei processi di rinnovamento urbano e degli approcci decisionali.
Nel tracciato dei temi che riguardano i concetti di SmartCity, guidati dalla trasformazione digitale, le nostre competenze nell'Industria dei Contenuti creativi digitali, così come le nostre decennali esperienze nel contrasto al digital divide culturale, ci abilitano in una efficiente capacità di elaborazione di proposte creative e soluzioni efficaci nell'ambito di un programma di rigenerazione urbana digitale vocato alla progettazione co-urbana per l'inclusione sociale del cittadino digitale.
Abbiamo avviato a riguardo anche una ricerca applicata nel campo del METAVERSO.
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Background di supporto
Il quadro di riferimento di questo programma ha le sua fondamenta in 5 punti chiave
1- CITTÀ & COMUNITÀ SOSTENIBILI
Obiettivo 11 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
… rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
L'adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile da parte dei leader mondiali è una decisione fondamentale a beneficio delle generazioni future. L'SDG 11 dovrebbe gettare le basi per le tecniche e le politiche di pianificazione urbana per il futuro.
Il documento guida dell'Agenda sottolinea le misure per il perseguimento con successo degli obiettivi mediante l'attuazione di adeguate politiche pubbliche trasformative nelle azioni di pianificazione urbana, suggerendone la promozione.
Il Future Living Framework è progettato per identificare, eseguire e monitorare la sostenibilità e l'intelligenza degli interventi di pianificazione urbana per l'attuazione dell'obiettivo 11 dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Nel Rapporto UN-Habitat pubblicato nel 2015 sono proposti quattro principi di base che dovrebbero essere inerenti qualsiasi esercizio di pianificazione generale che sono:
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sostenere la compattezza fisica;
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promuovere l'inclusione sociale;
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abilitare città e territori integrati e connessi;
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facilitare la resilienza ai cambiamenti climatici
2 - DISTRETTI CULTURALI & RIGENERAZIONE URBANA
… il successo di una Città è anche nell’uso e nel riuso consapevole delle rispettive aree urbaneal fine di intercettare ed assecondare i processi culturali e socio-economici in atto nella sua Cittadinanza
Il Testa [1] scrive: “la tendenza in ascesa nelle politiche di rigenerazione e di valorizzazione urbana è quella che vede al centro la cultura quale elemento in grado di aumentare l’attrattività di un territorio e di contribuire al suo sviluppo in chiave sostenibile” In particolare, la Cultura si pone come una piattaforma, che permette di stimolare l’apprendimento e l’investimento verso lo sviluppo e l’implementazione di buone pratiche e relazioni facendo leva sulle competenze e sulle risorse locali, tangibili e intangibili, esistenti (Coronato, 2013). Questo processo genera un legame indissolubile tra cultura, popolazione e territorio che consente di creare, e soprattutto di alimentare, i processi creativi e innovativi che sono alla base di un percorso di sviluppo locale autoctono, inimitabile e sostenibile, da cui proviene e dipende il vantaggio competitivo del sistema stesso (Francesconi e Cioccarelli, 2013).
Francesconi e Cioccarelli assumono anche che: “Il ruolo della cultura e dei servizi ad essa correlati quali vera, efficace e sostenibile leva su cui rifondare e ridefinire lo sviluppo urbano odierno è in linea con in presupposti propri del distretto culturale evoluto”.
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Questo approccio è definito Culture-Driven
In passato, le funzioni di gestione dei patrimoni culturali appartenevano solo a biblioteche, musei e archivi che hanno formato, integrato e diffuso, nella contemporaneità, la Cultura che si è sviluppata nei millenni della Storia dell’Umanità. Questa Cultura si riflette in documenti, monumenti ed opere d’arte, ma anche negli stessi manufatti architettonici: questo genere di Patrimoni culturali sono classificati come Patrimoni Culturali Materiali.
A partire dal 2003, con la stipula della convenzione UNESCO di Parigi, la Cultura viene unanimemente riconosciuta non solo nei manufatti prodotti dall’Uomo, ma anche in quelle caratteristiche antropologico culturali (usi, costumi, riti, stile di vita perfino la gastronomia) che hanno caratterizzato - e che caratterizzano - quei Popoli che hanno realizzato questi manufatti: questo genere di Patrimoni vengono classificati come Patrimoni Culturali Immateriali.
Questa suddivisione tra Patrimoni Culturali Materiali ed Immateriali assume una funzione importante nella definizione di Distretto Culturale.
Questo concetto ha origine nella comprensione del significato di Distretto industriale elaborato dall’economista Alfred Marshall che descrive un distretto culturale come: “un sistema di relazioni territorialmente delimitato, dove avviene un'integrazione tra processo di valorizzazione dei Patrimoni Culturali sia Materiali che Immateriali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a tale processo sono connesse. L'obiettivo è di rendere più efficace il processo di produzione di cultura e di ottimizzare l'aspetto economico e sociale …”
Il docente in Economia Urbana Pietro Valentino descrive il seguente modello: “Il distretto culturale è un sistema, territorialmente delimitato, di relazioni che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali, sia materiali che immateriali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connesse. La realizzazione di un distretto culturale ha l'obiettivo, da un lato, di rendere più efficiente ed efficace il processo di produzione di “cultura” e, dall'altro, di ottimizzare, a scala locale, i suoi impatti economici e sociali”.
Specificando che un Distretto Turistico Culturale è: “Un sistema reticolare, spazialmente delimitato, il cui nodo centrale è costituito dal processo di valorizzazione dell’asset territoriale rappresentato dai beni culturali e gli altri nodi sono rappresentati: dai processi di valorizzazione delle altre risorse del territorio; dalle infrastrutture territoriali; dai servizi di accoglienza e dall’insieme delle imprese la cui attività è direttamente collegata al processo di valorizzazione dei beni culturali materiali ed immateriali”
Il sistema proposto da Valentino vede come principale obiettivo quello di unire ai processi di valorizzazione del patrimonio culturale di uno specifico territorio anche i processi di valorizzazione delle altre risorse, come i beni ambientali, le manifestazioni culturali, i prodotti della cultura materiale e immateriale dell'area stessa.
La realizzazione di questo modello di sviluppo deve essere necessariamente supportata da una strategia di gestione che interessi i vari stakeholders locali, quali:
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i rappresentanti del sistema istituzionale,
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i custodi dei Patrimoni Culturali
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le forze politiche,
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i gruppi di pressione,
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le forze sociali e imprenditoriali
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i Cittadini
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Ad esempio, il nostro progetto di rigenerazione urbana "..nella mano de D10s” è stato elaborato dal nostro Centro Studi con l’intento di avviare un processo di rigenerazione urbana con un approccio Culture-driven.
[1] Danilo Testa, docente Università degli Studi di Roma Tor Vergata - Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società
3 - RIGENERAZIONE URBANA & INCLUSIONE SOCIALE
…il ruolo delle comunità nei processi di rigenerazione è sempre più centrale
[…] per capire ciò che accade nei luoghi, come città e grands ensembles, che riavvicinano persone, costringendole a coabitare, sia nell’ignoranza o nella reciproca incomprensione, sia nel conflitto, latente o dichiarato, con tutte le sofferenze che ne risultano, non basta rendere ragione di ciascuno dei punti di vista presi in modo separato. Bisogna anche confrontarli come sono nella realtà, non per relativizzarli,lasciando giocare all’infinito il gioco delle immagini incrociate, ma, al contrario, per fare apparire, attraverso il semplice effetto di giustapposizione, ciòche risulta dallo scontro di visioni del mondo differenti o antagoniste: cioè, in certi casi, il tragico, che nasce dallo scontro senza concessioni o compromessi di punti di vista incompatibili, perché ugualmente fondati su delle ragioni sociali (Bourdieu, 1993)
Nel dominio delle scienze della pianificazione territoriale, dell'urbanistica e della rigenerazione urbana, si evidenziano case history che in sintesi riportano come il maggior coinvolgimento della società civile e l’emergere di organizzazioni ed imprese prettamente impostate per servire le comunità locali siano gli elementi chiave delle politiche urbane degli ultimi decenni.
In questi casi di studio si evidenzia un aspetto significativo: i diversi attori locali, sia pubblici che privati, possono chiamare all’azione un’estesa rete di relazioni sociali nei luoghi interessati dalla rigenerazione urbana.
L’ipotesi si conferma nella ricerca empirica, che ci evidenzia come la particolare struttura di queste organizzazioni - che coinvolgono amministrazioni locali, imprese private, società civile, organizzazioni religiose, cittadini e gruppi d’interesse - sia il fattore chiave del successo dei progetti in termini d’innovazione sociale.
Barton, Grant e Guise (2003) sostengono che: “più la comunità è coinvolta nella progettazione degli interventi urbani, migliore sarà il rapporto che i cittadini vivranno con i nuovi spazi pubblici.”
Frey nota che nei quartieri dove i cittadini sono coinvolti nei progetti per la rigenerazione degli spazi vi è una maggior responsabilità nei confronti di questi e delle iniziative per la comunità.
Si potrebbe dunque asserire che il coinvolgimento genera maggior coinvolgimento.
In Rigenerazione urbana ed innovazione sociale, … [1] si leggono gli autori Roberts, Skyes e Granger che definiscono la rigenerazione urbana come: “un insieme di politiche volte a modificare la struttura fisica della città al fine di rispondere al ruolo che a questa viene assegnato dallo specifico momento storico e dall’interconnessione tra volontà politica ed assetto economico. Coinvolgendo diversi aspetti, oltre a quello prettamente fisico-strutturale, in cui entrano in gioco questioni inerenti alla sostenibilità ambientale, i bisogni sociali e lo sviluppo economico delle città.”
Dunque, il ruolo delle comunità nei processi di rigenerazione è sempre più centrale e, spesso. viene riconosciuto ed agevolato in molte nazioni, anche da politiche nazionali che incentivano la responsabilizzazione attraverso la costituzione di Imprese di Comunità caratterizzate dal coinvolgimento degli attori locali per la presa in carico di servizi e risorse.
[1] Bianchi, M. (2016) “Rigenerazione urbana ed innovazione sociale: Il caso di Gillet Square, progetto di cultura urbana guidato dalla comunità”, Working Paper Euricse\European Research Institute on Cooperative and Social Enterprise
4 - SMART CITY; ESPLORAZIONI DIGITALI & TRASFORMAZIONE SOCIALE
… Barbara Eckstein ci ricorda come le storie possano essere utilizzate come importanti dispositivi di trasformazione sociale solo se costruite ed utilizzate in maniera rigorosa.
… Tale uso consapevole richiede la costante problematizzazione delle verità che le storie veicolano e la comprensione dei meccanismi di funzionamento delle storie stesse (Bourdieu)
Con il preciso scopo di creare reali spazi di comunicazione per trasmettere energia, far vibrare i sentimenti e le emozioni, risvegliare aspirazioni, saperi ed energie sopite riscoprendo il ruolo possente dei linguaggi dell’arte e della poesia. Riscoprendo in questo senso la prestazione cognitiva e comunicativa del piacere estetico inteso non come un accessorio, un additivo, ma come un elemento fondante, momento centrale di ogni processo di comunicazione (Decandia).
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I linguaggi filmici e le nuove tecniche di post-produzione digitale hanno la capacità intrinseca e dirompente di utilizzare contestualmente differenti codici espressivi: partiture complesse di idiomi multisensoriali che possono essere creativamente combinati per esprimere e comunicare alcuni specifici contenuti. Potenzialmente
i media digitali contengono tante epistemologie e linguaggi quanti se ne possono trovare nel mondo stesso (Pierre Lévy).
A partire dalla elaborazione del programma Umanesimo & Tecnologia, nel lontano 1995, in un quarto di secolo il nostro gruppo di lavoro si è specializzato nell’uso dei nuovi linguaggi digitali per esaltare storie e miti, costruendo
immagini complesse, foreste di segni e metafore comunicative aggrovigliate che si coinvolgono e si richiamano reciprocamente.
Riuscendo ad usare strumenti filmici capaci di raccontare storie ed etnografie territoriali pensati come dispositivi comunicativi e relazionali utilizzabili all’interno di un processo di pianificazione: […] dispositivi che favoriscono lo sviluppo del legame sociale con l’apprendimento e lo scambio del sapere; dispositivi di comunicazione atti ad ascoltare, integrare e restituire la diversità […]; ingegnerie semiotiche che permettono di sfruttare e valorizzare a beneficio della maggioranza i bacini di dati, competenze e la potenza simbolica accumulata (Pierre Lévy).
5 - Opportunità di Internazionalizzazione
… The global city is not a place, but a process
(Manuel Castells)
Sono due decenni anni che abbiamo iniziato ad accumulare esperienze nell'uso del digitale per la promozione digitale dei territori e le città, così come nella valorizzazione dei Beni Culturali con il supporto delle nuove tecnologie creative.
Significativa è stata la nostra collaborazione con la Direzione Cultura (area Società dell’Informazione) della Provincia di Napoli e l’Università Suor Orsola Benincasa nella ricerca sperimentale tesa a realizzare il progetto Global Village Square|per Napoli-da Napoli| ideato dal professore Derrick de Kerckhove [1], come anche la progettazione concettuale del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano.
In venti anni l'incredibile sviluppo tecnologico dei nuovi media e della comunicazione digitale ha investito il mondo in maniera drammatica, il web 3d ci offrirà enormi potenzialità nell'impiego di contenuti digitali immersivi che saranno utili ed estremamente efficaci per internazionalizzare la promozione dei Beni Culturali italiani, dal reale al virtuale.
[1] Derrick de Kerckhove già direttore del McLuhan Program on Culture and Technology all’Università di Toronto, giunge a Napoli su proposta del nostro gruppo di lavoro Umanesimo&Tecnologia, e per intercessione del Prof.Amato Lamberti Presidente della Provincia di Napoli che ne facilitò l’assegnazione di una cattedra alla facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università Suor Orsola Beninicasa, dopo il periodo d’insegnamento all’UNISOB è docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, dove è stato titolare degli insegnamenti di Sociologia della cultura digitale e di Marketing e nuovi media. Richiamando la teoria dell'intelligenza collettiva di Pierre Lévy, de Kerckhove l'ha aggiornata e adattata al contesto tecnologico delle reti, mirando alla connessione delle intelligenze quale approccio ed incontro sinergico dei singoli soggetti per il raggiungimento di un obiettivo. Tale connettività si affianca e contemporaneamente si oppone all'idea di collettività proposta da Levy, aggiungendo a questa l'unità frammentata delle potenzialità degli elementi della rete. Non soltanto, quindi, la comunicabilità dei singoli elementi quale caratteristica fondamentale del nuovo medium, ma la possibilità offerta per l'azione/creazione di un oggetto multimediale, un artefatto cognitivo.
I primi due progetti sui quali il Centro Studi APS Difesa Civile 4.0 s'impegna sul tema della Rigenerazione Urbana Digitale per l'Inclusione sociale del Cittadino Digitale sono …
Con quali competenze ed esperienze sviluppiamo il programma ?
Il Centro Studi APS Difesa Civile 4.0 mette insieme una intelligenza collettiva formata da un capitale umano con conoscenze che si incrociano e fertilizzano tra loro per perseguire obiettivi comuni. Il pensiero diventa azione in una capacità operativa dettata dalle competenze tecnico-creative e le esperienze maturate nel corso della loro decennale vita professionale.
Ogni proposta vocata all'innovazione sociale, porta con se una idea progetto che si caratterizza per il suo alto contenuto d'innovazione tecnologica, quasi sempre guidata da una trasformazione digitale.
L'Uomo deve essere al centro dello
sviluppo tecnologico
Qualunque trasformazione digitale che aspira ad essere efficacemente recepita dalla comunità non potrà prescindere da un management umanistico. Per questo motivo siamo impegnati da venticinque anni nella ricerca sperimentale Umanesimo & Tecnologia
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L'esperienza che abbiamo accumulato in venticinque anni di sviluppo tecnologico su basi umanistiche è la nostra principale risorsa per una progettazione a management umanistico.
Il nostro programma d'innovazione sociale porta con se l'innovazione tecnologica. Che si rappresenta con l'adozione di tecniche e tecnologie creative digitali. Queste impiegate nell'industria dell'entertainment, in particolare nei settori del Cinema digitale e del Videogame.
Nella realizzazione dei contenuti digitali abbiamo il supporto di creativi, artisti e società specializzate che fanno parte del sistema Rebel Alliance International Network.
La competenza nell'industria dei contenuti digitali di Rebel Alliance/RAIN è testimoniata dai riconoscimenti ottenuti nei suoi tre lustri di attività, tra cui citiamo le tre candidature e i due David di Donatello per i migliori effetti visivi digitali. ​
Rebel Alliance è stata la seconda organizzazione al mondo e la prima in Italia a realizzare la resurrezione digitale di una celebrità dello starsystem musicale. Facendo esibire il Synthespian di Cazuza in forma di ologramma in un concerto musicale dal vivo. L'Ologramma della rockstar brasiliana ha infatti performato un repertorio delle sue canzoni di maggiore successo duettando con artisti e musicisti viventi, di fronte ad un pubblico composto da decine di migliaia di spettatori, nelle città di San Paolo e Rio de Janeiro del Brasile. ​
Una bibliografia di Riferimento
Il Centro Studi APS Difesa Civile 4.0, elabora le sue idee con un approccio multi-interdisciplinare sviluppando un pensiero, cosiddetto, rizomatico per le sue proposte d’azione vocate all’innovazione sociale. La letteratura di riferimento a sostegno della presente idea progetto e molto vasta, citiamo solo alcuni dei riferimenti bibliografici utili all’approfondimento e al sostegno della nostro programma
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Bourdieu P. (1993), “La misére du monde”, du Seuil, Paris.
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Eckstein B. and Throgmorton J. (2003), “Story and Sustainability: Planning, Practice,
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and Possibility for American Cities", MIT Press, Cambridge
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Lévy P., (1996), “L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio”, Feltrinelli, Milano
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Lingar R.D.M., (2018) “Your Neighbors Walk Alone: Urban Regeneration and the Predicament of Being Local Fans in the Commercialized English Football League”, Journal of Sport and Social Issues
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Manca A. (2015), Metodologia per la Rigenerazione Urbana "Intelligente, Sostenibile, Inclusiva", Tesi per Dottorato di ricerca in "Progettazione architettonica e tecnologie innovative per la sostenibilità ambientale", XXVII ciclo, Università degli Studi Federico II - Facoltà di Architettura
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McGuire, M. (1992), “Religion: The Social Context” , McGraw-Hill
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Moulaert, F. - MacCallum, D. - Mehmood, A. & Hamdouch, A. (2013), “The International Handbook on Social Innovation: Collective Action, Social Learning and Transdisciplinary Research”
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Moulaert, F. - Rodriguez, A. & Swyngedouw, E. (2003). “The Globalized City. Economic Restructuring and Social Polarization in European Cities”, Oxford University Press
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Spillman, K. (1988) “The Greatest Game”
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Glossario
Nei contenuti precedenti abbiamo tentato di esporre in sintesi i concetti che ci hanno ispirato ad elaborare il nostro programma.
Siamo un Centro Studi vocato ad introdurre pensieri mossi dall'Innovazione ed alcuni termini, nuovi o misconosciuti, hanno bisogno di essere spiegati.
Nell'apposita sezione dedicata del nostro sito, già stiamo provvedendo ad introdurre e divulgare la spiegazione di alcuni di questi termini con l'Intento di creare la Banca della Conoscenza di APS DIFESA CIVILE 4.0, ad uso di coloro che intendono approfondire alcuni argomenti riferiti all'innovazione sociale e il change management, allo scopo di contrastare le resistenze ai cambiamenti.
Altri termini specifici del contesto di questo programma li introduciamo qui di seguito.
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AGENDA ONU 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE: è un piano d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Cerca anche di rafforzare la pace universale in una più ampia libertà. Riconosciamo che l'eliminazione della povertà in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà estrema, è la più grande sfida globale e un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Tutti i paesi e tutte le parti interessate, agendo in partenariato collaborativo, attueranno questo piano. LE NAZIONI hanno finalmente deciso di liberare la razza umana dalla tirannia della povertà e del bisogno e di guarire e proteggere il nostro pianeta. Sono determinate ad intraprendere i passi audaci e trasformativi che sono urgentemente necessari per spostare il mondo su un percorso sostenibile e resiliente. E' un viaggio collettivo che si impegna a non lasciare indietro nessuno. I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e i 169 traguardi che si annunciano con la stipula di quest'accordo globale tra le Nazioni dimostrano la portata e l'ambizione di questa nuova Agenda Universale. Cercano di costruire sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e di completare ciò che questi non hanno raggiunto. Cercano di realizzare i diritti umani di tutti e di raggiungere l'uguaglianza di genere e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze. Sono integrati e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale. Next Generation UE e i piani nazionali degli Stati membri dell'Unione Europea , che in Italia prende il nome di PNRR, nascono da questo impegno.
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TRANSMEDIA STORYTELLING | NARRAZIONE TRANSMEDIALE: una narrazione transmediale è un insieme di storie che si declinano su più piattaforme mediatiche e per le quali ciascun medium coinvolto dà il suo contributo specifico ad una migliore comprensione del mondo narrato
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INDUSTRIA DEI CONTENUTI CREATIVI DIGITALI: le Industrie Creative fanno riferimento a una serie di attività economico/produttive che riguardano la generazione o lo sfruttamento della Creatività attraverso specifiche Conoscenze, Tecniche e Know-how. Dunque, gli addetti di questo comparto sono specializzati nella produzione creativa di Contenuti, da qui anche la definizione di Industria dei Contenuti
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CGI-COMPUTER GENERATED IMAGINERY: le immagini generate al computer, quale applicazione della computer grafica per creare, o implementare, le immagini nell’Arte, nel Cinema, nei Videogiochi. Le immagini generate al computer possono essere dinamiche o statiche, possono essere 2D (bidimensionali), ma le applicazioni più evolute, più comunemente, sono quelle 3D. Inizialmente utilizzate per creare personaggi, scene ed effetti speciali nei prodotti audiovisivi, nel cinema e nel videogame, con il passare degli anni, le applicazioni della CGI hanno iniziato ad investire anche altri domini, allargando gli orizzonti delle sue applicazioni dal solo settore Media & Entertainment ad altri settori dell’Economia e della vita Sociale. Ciò ha innescato processi evolutivi non solo nel campo della formazione e l’addestramento professionale come ad esempio: per la Difesa & Sicurezza – creando Contenuti per ambienti simulati ad uso delle Forze di Polizia o Militari-, ma anche per la simulazione nell’Architettura e l’Edilizia interattiva, nella virtualizzazione dei Beni Culturali e i Musei del Futuro, nelle Scienze Forensi per la ricostruzione di scene del crimine, nella sanità 4.0 o digitale e via dicendo.
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SYNTHESPIAN: un Synthespian è un essere virtuale creato in digitale al quale si danno sembianze e voce umane.
Un essere umano virtuale che riproduce le sembianze e la voce di una persona reale ancora in vita, oppure scomparso, prende il nome di Clone Digitale o Digital Double -
PROGETTO DAL BASSO: “L'innovazione sociale spesso è la risoluzione dinamica di problemi tra amici”. I recenti dibattiti nel campo emergente dell'innovazione rappresentano un'opportunità per chiedersi cosa possa realmente significare un approccio incentrato sulle persone in risposta alle istanze sociali. L'innovazione è il modo in cui gli individui o le organizzazioni risolvono i problemi e creano il cambiamento introducendo nuove soluzioni ai problemi esistenti. Contrariamente alla credenza popolare, queste soluzioni non devono essere necessariamente tecnologiche o trasformative, ma implicano semplicemente l'adattamento di un processo al contesto di una Comunità. Questo tipo di innovazione, guidata dalle stesse Comunità è definita"innovazione dal basso verso l'alto" e viene identificata come una componente critica ma trascurata di un fenomeno più ampio chiamato "innovazione sociale". L'innovazione sociale può naturalmente avvenire a molti livelli. Può emergere dall'adattamento e dall'apprendimento all'interno delle organizzazioni sociali e/o può derivare da nuove partnership con le imprese. Tuttavia, molto più trascurate sono le innovazioni che emergono spontaneamente all'interno delle comunità che sono generalmente considerate vittime vulnerabili e passive.
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